L’Area Archeologica di Paestum
L’area archeologica si estende su una superficie di circa 27 ettari e testimonia la storia dell’antica città di Poseidonia Paestum attraverso tre grandi templi dorici, diversi monumenti pubblici e una parte dell’abitato antico.
Arrivati nella Piana del Sele, i coloni di Sibari si impegnarono a costruire nuova città dividendo gli spazi in base alla loro destinazione d’uso, impostando sistemi di difesa dalle minacce esterne e realizzando una complessa rete di strade che, incrociandosi tra loro, delimitavano e distinguevano le aree sacre, politiche e private. Sorsero due grandi santuari a nord e a sud con i templi, gli altari e altri edifici di culto e, tra questi, un’area con costruzioni per l’esercizio delle funzioni politiche ed economiche. All’interno delle mura, un ampio spazio fu destinato alle dimore private dei cittadini di Poseidonia Paestum e non solo.
Passeggiando oggi nell’area archeologica è possibile ripercorrere le tappe di questa pianificazione urbanistica e scoprire i vari volti che la città ha assunto nel corso dell’età greca, lucana e romana. L’avvicendarsi di culture diverse è ben visibile nei monumenti dell’area archeologica che rivelano storie di continuità e riusi, di discontinuità e cambiamenti, di popoli e di culture, di dei e di uomini che ancora oggi si possono incontrare all’ombra dei tre imponenti templi dorici, tra i meglio conservati di tutto il Mediterraneo.
I monumenti
Entrando dall’ingresso di Porta Principale, dove è ubicata anche una delle due biglietterie del Parco, si entra nel Santuario meridionale, il più esteso di Poseidonia, dove svettano il tempio di Nettuno e il tempio cosiddetta Basilica tra numerosi altri tempietti, altari e sacelli destinati al culto di varie divinità. Dal 2019, nello spazio tra i due templi, è stato collocato “Il Cavallo di Sabbia”, un’opera d’arte contemporanea del maestro Mimmo Paladino.
Si continua il percorso entrando nel cuore politico, amministrativo ed economico dell’area archeologica: l’agora greca con monumenti come l’ekklesiasterion e l’Heroon e, quale parte di quest’ultima, il foro romano con altri templi, le tabernae, la basilica, l’anfiteatro, il macellum, il comitium.
Nel punto più a nord dell’area archeologica sorge un altro santuario, quello dedicato alla dea Athena: all’interno trovavano posto vari edifici e apprestamenti sacri, tra cui il tempio della dea, altri tempietti, altari, fosse votive e strutture oggi solo in parte visibili.
Nella parte più a ovest, dopo la via Sacra, inizia lo spazio dedicato all’edilizia privata, in particolare le case romane che si elevano su precedenti strutture greco-lucane.
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dell’area archeologica
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Il Tempio di Nettuno
La costruzione del tempio di Nettuno fu completata intorno al 460 a.C. Il tempio, possente e un tempo ricco di colori, presenta una pianta con peristasi di 6 x 14 colonne doriche. Architrave e fregio di triglifi e metope non scolpite, ma forse dipinte, componevano la trabeazione. L’interno della struttura si articola in modo canonico: dal pronao si accedeva attraverso una grande porta alla cella, originariamente chiusa da muri in opera quadrata e divisa internamente in tre navate da due file di colonne doriche su due piani; l’opistodomo, collocato alle spalle della cella ma non comunicante con essa, era accessibile solo dall’esterno. All’edificio sacro sono pertinenti i due altari: quello più lontano e di maggiori dimensioni coevo al tempio, mentre l’altro risalente all’età romana tardo-repubblicana.
Non sappiamo con certezza a quale divinità fosse dedicato il tempio. L’identificazione con il dio Nettuno deriva da un’erronea associazione degli eruditi del Settecento tra la struttura sacra e il nome alla città greca. Invero, l’edificio potrebbe essere dedicato a Hera o ad Apollo in base agli studi più recenti effettuati sul materiale votivo rinvenuto in casse litiche quadrangolari interrate a nord del tempio (i cosiddetti “loculi”).
La Basilica di Paestum
Il tempio dedicato a Hera, denominato “Basilica” dagli eruditi del Settecento che erroneamente lo identificarono come un edificio civile, è il più antico tempio in pietra di Poseidonia. Costruito a partire dal 560 a.C. circa, fu terminato solo intorno al 520 a.C.
L’edificio presenta 9 colonne doriche sui lati corti e 18 su quelli lunghi, coronate da capitelli di forma molto schiacciata e sormontate dall’architrave. Del sistema di copertura si conservano molti elementi in terracotta policroma, che consentono di ricostruire interamente il coronamento del tetto (cassette di rivestimento con sime a finti gocciolatoi a testa di leone e antefisse con fiori di loto e palmette). Due coppie di accessi collegavano la cella sia all’ingresso, pronao, e al vano posteriore chiuso (adyton), dove era probabilmente collocata la statua di culto.
Pertinente al tempio è l’altare ubicato davanti alla fronte orientale. A Hera, sorella e sposa di Zeus padre degli dèi, era dedicato quasi certamente il tempio. La dea era legata sia al mondo femminile che a quello maschile, in veste di protettrice del matrimonio, della maternità e dei giovani armati, come testimoniano le iscrizioni e i numerosi oggetti votivi rinvenuti nelle stipi in prossimità dell’edificio.
Il Tempio di Athena
Al centro del santuario settentrionale gli abitanti di Poseidonia costruirono intorno al 500 a.C., il tempio di Athena, su una piccola collinetta artificiale realizzata per ricreare una sorta di acropoli.
Il monumento sorge su un basamento di tre gradini e presenta una peristasi di 6 colonne doriche sui lati corti e 13 su quelli lunghi. Al di sopra delle colonne corre un architrave liscio e un fregio composto da metope e triglifi decorato da linee serpeggianti e motivi a ovoli. Il tetto in pietra era costituito da una cornice (geison), formata da blocchi aggettanti decorati sul lato inferiore con cassettoni a rilievo e una stella centrale in pietra arenaria, e da una gronda (sima), decorata con palmette e fiori di loto alternati a teste di leone con funzione di gocciolatoio. Tutti gli elementi architettonici erano stuccati e dipinti con vivaci cromie. Il vestibolo (pronaos) era preceduto da un colonnato con capitelli ionici; la cella (naos), sopraelevata di circa 1 m, era accessibile tramite una gradinata.
Prima della costruzione del tempio monumentale, i culti si svolgevano in un edificio di minori dimensioni realizzato intorno al 580 a.C. Dell’edificio si conservano i resti delle fondazioni in pietra e numerose terrecotte architettoniche, visibili nel Museo Archeologico Nazionale di Paestum, come alcuni elementi della gronda con gocciolatoi a tubo (sima) e lastre a forma di fiore di loto (antefisse). L’edificio fu distrutto da un grande incendio.
A est del tempio si erge il relativo altare. La base con colonna visibile più a nord è, invece, frutto di una ricostruzione realizzata negli anni Cinquanta del Novecento assemblando elementi diversi rinvenuti nell’area sacra.
In età lucana e romana il santuario continuò a essere frequentato per attività di culto, mentre tra la Tarda Antichità e il Medioevo l’area fu occupata da un piccolo nucleo abitato e da alcune sepolture che testimoniano la progressiva contrazione dell’insediamento urbano fino al totale abbandono.
Il rinvenimento di numerosi ex-voto ha permesso di identificare Atena-Minerva, dea della saggezza e della guerra, come titolare del culto tributato nel tempio e nel santuario. Statuette in terracotta riferibili a tutte le fasi di vita dell’area sacra ritraggono la dea come una giovane donna armata di elmo, scudo e lancia. Tra gli oggetti in metallo donati ad Atena, le armi da difesa e da offesa (elmi, scudi, punte di freccia e di lancia), spesso deformate per renderle inutilizzabili e rinvenute in frammenti, sono le più rappresentate. Parte di queste armi era verosimilmente esposta all’interno del santuario e sulle pareti del tempio, come suggeriscono le fonti letterarie, il confronto con altri contesti archeologici e la presenza su alcuni esemplari di fori per il fissaggio a parete o ad altro supporto tramite chiodi. In età greca le armi offerte in formato reale ricorrono anche in piccole dimensioni; un’inversione di tendenza si ha dalla metà del IV secolo a.C., quando, per motivi probabilmente rituali, la dedica interessa soprattutto armi miniaturistiche. In età romana, oltre al culto di Atena-Minerva, è documentato nel santuario anche quello di Giove e di Liber.
L’Ekklesiasterion
Intorno al 470 a.C. nello spazio dell’agorà sorge un altro monumento, l’ekklesiasterion, l’edificio dedicato alle assemblee dei cittadini.
Questo rappresenta una testimonianza architettonica eccezionale, data la scarsità di altri edifici simili in altri contesti antichi: si distingue per la sua forma circolare unica, una scelta progettuale che mira a facilitare la comunicazione e l’interazione tra i partecipanti. La struttura è incisa nella terra, sfruttando la pendenza naturale del terreno per creare un’arena con gradini concentrici.
L’Heroon
Collocato nel cuore della città, sorge un cenotafio, ossia una tomba simbolica vuota, eretto in onore del fondatore della città. Questo monumento, noto come Heroon, è caratterizzato da un tetto a spiovente adornato di tegole, che inizialmente era nascosto sotto un piccolo tumulo di terra. Fin dalla sua edificazione intorno al 510 a.C., l’Heroon è stato oggetto di grande rispetto da parte della comunità cittadina, mantenendo il suo prestigio fino alla decadenza urbana.
All’interno dell’Heroon, gli archeologi hanno scoperto un corredo funerario eccezionale, includendo otto vasi in bronzo di notevole fattura, un’anfora a figure nere che illustra l’ascensione di Eracle all’Olimpo, e cinque spiedi di ferro. Questi reperti sottolineano l’importanza culturale e rituale del monumento nella vita degli antichi abitanti della città.
Le Terme
A breve distanza dalla vivace piazza del Foro, venne eretto un complesso termale. Sebbene modesto nelle dimensioni, il suo fascino e le sue funzionalità ne facevano un punto di attrazione notevole. Il complesso era dotato di un frigidarium per bagni in acqua fredda, un tepidarium per bagni in acqua tiepida, e un calidarium per le immersioni in acqua calda, offrendo così un’esperienza completa secondo le antiche tradizioni romane. In origine, le pareti e i pavimenti delle terme erano probabilmente adornati con raffinati mosaici in tessere bianche e nere, testimoniando la ricercatezza estetica e l’attenzione al dettaglio dei costruttori dell’epoca.
I Quartieri Abitativi
Questa area urbana rispecchia il periodo di dominazione romana, essendo stata edificata successivamente al 273 a.C., quando l’influenza di Roma si consolidò nella regione. Le abitazioni più imponenti e opulente, caratterizzate da rivestimenti in marmo, lussuose piscine e eleganti porticati, erano strategicamente posizionate in prossimità del fulcro politico e religioso della città. Questa scelta rifletteva lo status sociale degli abitanti, evidenziando come la vicinanza al centro del potere fosse un indicatore di prestigio e ricchezza nell’antica società romana.
Il “Cavallo di sabbia” di Mimmo Paladino
Il “Cavallo di sabbia”, è una scultura coperta di sabbia proveniente da Paestum alta circa 4 metri, realizzata dall’artista Mimmo Paladino.
Situato presso il santuario meridionale dell’area archeologica dall’11 luglio 2019, a suggello dell’accordo stipulato tra i Parchi Archeologici di Paestum e il Museo dei Materiali Minimi d’Arte Contemporanea (MMMAC), il “Cavallo di Sabbia” offre molteplici spunti per riflettere sull’architettura, sulla ritualità e sulla mitologia antica.
L’Anfiteatro
Sul versante opposto del Foro, a breve distanza dall’angolo nordorientale della piazza, tra la seconda metà del I secolo a.C. e la prima metà del secolo successivo fu costruito un anfiteatro, destinato ad ospitare i giochi gladiatori e le venationes (caccia di animali). L’edificio risulta tuttavia conservato solo nella porzione occidentale, essendo stata obliterata la metà orientale dalla strada di età borbonica (attuale SS 18).
Il Foro Romano
Il Foro è la grande piazza che ereditò le funzioni di centro politico, amministrativo e commerciale, che erano state dell’Agora in epoca greca e lucana. La piazza ha forma rettangolare ed è circondata, a partire da epoca imperiale, da portici sui quattro lati. Sul foro insistono molteplici edifici come il Comitium (luogo deputato alle assemblee cittadine e all’elezione dei magistrati), la Curia (sede del Senato locale con funzioni di Tabularium, ossia di archivio pubblico e il Carcer (carcere) o Aerarium (sede del tesoro della città).
Tra le altre funzioni assolte dagli edifici del Foro vi era quella relativa allo svolgimento delle cause giuridiche: la Basilica, un’aula rettangolare, con spazi interni scanditi da colonnati e ubicata sul lato meridionale della piazza, era l’edificio preposto a questi compiti. Il Foro aveva anche una vocazione commerciale ed economica: a queste funzioni era dedito il Macellum, un mercato coperto preposto alla vendita di generi alimentari e le numerose botteghe che sorgevano intorno alla piazza e destinate allo smercio dei più svariati prodotti, alimentari come artigianali. Nel foro furono eretti anche edifici sacri come il “Tempio della Pace” e il cosiddetto Santuario con Piscina per l’espletamento di rituali della fecondità in onore di Venere Verticordia (che apre i cuori).
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I Parchi archeologici di Paestum e Velia sono un istituto del Ministero della Cultura dotato di autonomia speciale, iscritto dal 1998 nella lista del patrimonio mondiale UNESCO.