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LA CINTA MURARIA DELLA CITTà

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Le mura della città di Paestum sono lunghe quasi 5 km e la loro altezza originaria doveva essere di circa 7 m. Lungo il percorso, protetto da un fossato ancora visibile, si contano 28 torri di forma quadrangolare, circolare e pentagonale e quattro porte in corrispondenza dei punti cardinali: Porta Aurea a nord, Porta Giustizia a sud, Porta Sirena a est, Porta Marina a ovest. Nei vari settori della cinta si aprono numerose piccole porte.

Il complesso difensivo può essere datato tra la fine del IV a.C. e il III secolo a.C., epoca della colonia latina, ma era preceduto da un impianto di fortificazione più antico, risalente al periodo greco di Paestum.

La strada attuale, edificata nel 1829, ha tagliato a nord e a sud la cinta muraria distruggendo la porta settentrionale, la c.d. porta Aurea che attraverso un ponte, oggi coperto dalla strada moderna, consentiva l’attraversamento del fossato che proteggeva la città su tre lati.

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LE TOMBE DIPINTE DI PAESTUM

Conserva il valore eterno: Adotta una lastra lucana

La ricchissima raccolta di lastre affrescate conservate all’interno del Museo rappresenta un patrimonio di inestimabile valore storico e artistico, risalente all’epoca della dominazione lucana della città greca di Poseidonia avvenuta nel V secolo a.C. Anche se i lucani mantennero le principali strutture sacre e politiche dell’epoca greca, il più importante cambiamento si riscontra nella nuova tipologia di sepoltura dei defunti, con tombe a cassa o a camera decorate con pitture raffiguranti guerrieri in armi, scene domestiche, donne riccamente abbigliate, giochi e rituali funebri.

Le tombe dipinte di Paestum costituiscono un corpus di oltre un centinaio di tombe e la maggior parte di esse, in epoche e periodi diversi, è stata sottoposta ad almeno un intervento di restauro. La natura dei materiali costitutivi di cui sono composte e la loro lunga storia conservativa comportano però un costante invecchiamento che necessita di un continuo e scrupoloso lavoro di monitoraggio e di periodici interventi di restauro micro-invasivi in grado di mantenere sempre ottimali costanti i livelli di conservazione.

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IL MOSAICO DEL NETTUNO

Adotta il Mosaico del Nettuno:
Prenditi Cura di una Preziosa Testimonianza del Passato Romano di Paestum

Il Mosaico del Nettuno di Paestum è una straordinaria opera d’arte risalente all’epoca romana, situata in un ambiente termale della città antica. Questo mosaico policromo raffigura il dio del mare, Nettuno, circondato da creature marine e motivi decorativi che ne esaltano la maestosità e il legame con il mondo acquatico.

 

Dopo essere rimasto nascosto sotto strati protettivi per quasi vent’anni, il mosaico è stato recentemente sottoposto a un importante intervento di restauro. Il lavoro ha previsto il distacco della pavimentazione musiva, la sua stabilizzazione su un nuovo supporto e la successiva ricollocazione, garantendone la conservazione per il futuro.

 

Attualmente, il mosaico è stato ricoperto per proteggerlo dagli agenti atmosferici invernali, ma sarà nuovamente visibile con l’arrivo della primavera, offrendo ai visitatori l’opportunità di ammirare una delle più affascinanti testimonianze dell’arte musiva romana a Paestum.

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LA STATUA IN BRONZO DI MARSIA

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Marsia è una figura della mitologia greca la cui iconografia è giunta fino all’epoca romana, descritto come un sileno particolarmente abile con l’aulos, uno strumento musicale aerofono simile al flauto. La storia più nota che coinvolge Marsia è quella della competizione musicale con il dio Apollo, che sfidò al cospetto delle Muse. All’esito della sfida, da cui esce sconfitto, viene punito per la sua hýbris dal dio, che lo lega e lo fa scorticare vivo. Viene spesso rappresentato legato ad un albero e bendato, sofferente e in procinto di subire il suo supplizio.

La statua rappresenta un eccezionale documento della produzione bronzistica di manifattura magno-greca ed è stata realizzata sia a fusione che a laminazione, era originariamente composta da otto pezzi in lamina di bronzo, dei quali ne sono conservati cinque.
Oltre agli aspetti tecnici, la scultura assume un valore simbolico e storiografico particolare: Marsia, in epoca romana è il simbolo della libertas, la libertà politico-sociale ed economica conquistata con dure lotte dai plebei, indicata dalla presenza alle caviglie del sileno dei pesanti anelli (compedes), privi della catena della schiavitù, evidentemente spezzata. Anche la datazione dell’opera offre spunti particolarmente interessanti: realizzata dopo il 273 a.C. (ad eccezione della testa, che si data al IV secolo a.C.), risale alla conquista romana della Città di Paestum, strappata alla confederazione lucana.

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I Parchi archeologici di Paestum e Velia sono un istituto del Ministero della Cultura dotato di autonomia speciale, iscritto dal 1998 nella lista del patrimonio mondiale UNESCO.

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