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La storia di Elea/Velia

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La Fondazione di Velia

I Focei e l’antica Elea

Elea viene fondata tra il 540 ed il 535 da Greci provenienti da Focea (l’odierna Foça sulle coste dell’attuale Turchia). Nel 545 a.C. i Persiani invasero il loro territorio costringendoli a dirigersi verso il Mediterraneo Occidentale. Dopo un lungo viaggio si stabilirono ad Alalia, nell’isola di Cirno (Aleria in Corsica), dove alcuni anni prima altri focei avevano fondato un insediamento stabile. La loro abilità nei traffici marittimi confliggeva con gli interessi commerciali di Etruschi e Cartaginesi, che, a quel tempo, dominavano le rotte del mar Tirreno. Ne seguì una battaglia navale, nota alla tradizione storica antica come “battaglia del mare Sardonio”, in cui i Greci ottennero la vittoria. Nonostante il successo, i Focei di Alalia, ridotti a mal partito piegarono su Reggio, città magnogreca loro alleata. Qui un ambasciatore di Poseidonia suggerì agli esuli Focei di trasferirsi sulle coste dell’attuale dove acquisirono nella terra degli antichi Enotri lo spazio necessario alla fondazione della loro nuova città. Qui, in un luogo che garantiva protezione e accesso al mare, si stabilirono e edificarono gradualmente Elea, chiamata in seguito Velia.

L’ascesa di Elea

Fiorente centro commerciale e culla della Scuola Eleatica

Elea, nel corso dei decenni seguenti la fondazione, acquista grande prosperità grazie anche a favorevoli relazioni commerciali con molte città e popolazioni del Mediterraneo antico. È il periodo in cui operano i celeberrimi sapienti Parmenide e Zenone attivi negli ambiti culturale e politico. Sono loro che forniscono le Costituzione a Elea e su questa carta fondamentale della città giurano cittadini e magistrati. Elea gode in questo modo di un lungo periodo di pace sociale e di prosperità̀ economica. Tale e la saldezza del corpo civico di Elea che resiste tra i secoli V e IV a.C. alle pressioni dei Lucani, sopravanza i Poseidoniati in guerra, fino a divenire uno stretto alleato di Roma che intanto sta estendendo il suo dominio sulla penisola italiana e altrove. La rilevanza politica e commerciale di Elea tra i secoli III e II a.C. è grande e riconosciuta in tutto il Mediterraneo, a Oriente come a Occidente. La città si amplia e riceve una inedita formulazione urbanistica e architettonica. In questi secoli sono realizzati tra gli altri monumenti le terme pubbliche, il portico del Tempio maggiore di Atena, aree sacre sul crinale delle colline interne, il santuario dedicato ad Asclepio con funzioni sanitarie e il passaggio voltato di Porta di Rosa, uno dei più antichi esempi di arco a tutto sesto con scarico, costruito interamente a secco sulla base di regole metriche armoniche.

Da Elea a Velia

La prosperità nel periodo romano

Fin dagli albori dell’ascesa di Roma, Elea ha intessuto rapporti di alleanza con la città laziale. In cambio del sostegno militare e navale durante le guerre puniche, i romani accordano alla città ampia autonomia politica, economica e amministrativa, tra cui la possibilità di continuare a coniare una moneta propria. Le relazioni con Roma hanno esito nell’88 a.C. con elezione a Municipio di Elea che prende il nome di Velia. A partire dal I sec. a.C. Velia è un luogo frequentatissimo dalla nomenclatura romana. Vi soggiornano, tra gli altri, anche per motivi di villeggiatura il retore e politico Cicerone, il generale Lucio Emilio Paolo ed il poeta Orazio. All’avvio dell’impero, in età augustea, Velia mantiene intatta la sua floridezza e importanza, centro urbano e portuale di valore strategico, rinomato nei campi della medicina, della cultura e della religione. Nel corso degli iniziali secoli della nostra era Velia deve affrontare diversi problemi legati al dissesto idrogeologico, innescato anche da fenomeni di eccessivo sfruttamento del suolo, che comporta l’allontanamento della riva di costa e la stabilità dei versanti. Numerose e frequenti sono le alluvioni e gli insabbiamenti che inducono vari rifacimenti degli isolati e delle strade della città.

Il declino e l’abbandono

Velia durante il Medioevo e l’Età moderna

Gli stravolgimenti seguiti alla caduta dell’impero Romano d’Occidente determinano a Velia, come altrove, un progressivo decadimento della città fino a un suo definitivo abbandono tra V e VI secolo d.C. Da questo momento Velia viene continuativamente coperta da coltri di sedimenti alluvionali che ne determineranno il suo seppellimento e la sua completa scomparsa. Le testimonianze archivistiche registrano la presenza nel 562 una sede vescovile denominata Velia, nome che tuttavia non individua la città antica, importante località dell’Impero Romano, bensì un insieme di villaggi e territorio gravitante intorno il fiume Alento e il Monte Stella. Negli itinerari medievali successivi la località un tempo occupata dalla città focea è riportata con il nome di Bellia e Bellias. In seguito su quella che fu l’Acropoli di Elea /Velia sorse tra il X e il XII d.C., un insediamento fortificato, registrato nei documenti amministrativi contemporanei con il nome di Castellum Maris o Castrum Maris. Nel 1420, il conte di Lauria Francesco Sanseverino acquista il feudo per 500 once per poi donarlo, nel 1447, alla casa dell’Annunziata di Napoli. Nel 1458 il re di Napoli Ferrante I ordina di abbandonare l’insediamento per destinarlo alla coltivazione di ulivi e al pascolo. Quando il feudo passa di proprietà, dapprima ai Caracciolo e successivamente ai Maresca nel 1702, il quadro demografico è desolante: nei censimenti ufficiali, l’insediamento sulla collina, sorto sulle fondamenta delle testimonianze della città che fu Elea, risulta completamente disabitato.

La riscoperta e i primi scavi

I rinvenimenti archeologici nell'Era Moderna

Di Velia e di Elea in età moderna si era perduta quasi completamente la memoria. Dimenticata la storia, incerta l’ubicazione. Fu lo studioso tedesco L. Holstenius, a metà del XVII secolo, a identificarla con il promontorio di Castellamare della Bruca. Tuttavia la prima descrizione della città apparve solo nel 1745, grazie all’opera dedicata alla Lucania del barone di Ceraso Antonini. Alla fine dell’ottocento, durante i lavori per la ferrovia Vallo-Pisciotta, l’ingegnere W. Schleuning dell’Istituto Archeologico Germanico realizzò la prima planimetria del sito. L’indagine archeologica sistematica iniziò solo nel 1927, con l’attività di Amedeo Maiuri, il finanziamento della Società Magna Grecia ed il supporto di Umberto Zanotti Bianco. Attraverso questi scavi furono disvelate ampie porzioni di quartieri abitativi e il santuario dell’Acropoli. Dopo la Seconda Guerra Mondiale le ricerche ripresero negli anni cinquanta con l’opera di Pellegrino Claudio Sestieri che esplorò in ampiezza la città. Negli anni Sessanta, Mario Napoli avviò un programma di scavi su larga scala, restituendo a Velia la sua fisionomia urbanistica e monumentale. Tra le sue scoperte più note sono Porta Rosa e il quartiere arcaico, il primo e più antico nucleo di insediamento di Elea. Contestualmente si avvio la ricerca condotta degli Istituti universitari, austriaco e napoletano, che tuttora continua, concentrandosi sullo studio delle porzioni orientale e meridionale della città.

Velia Oggi

Un patrimonio da scoprire

Oggi, Velia è un’importante area archeologica che ospita studiosi e visitatori da tutto il mondo. Le ricerche archeologiche proseguono con obiettivi mirati, affiancate da interventi di restauro e di valorizzazione. Negli ultimi anni sono state esplorate sistematicamente le mura, l’acropoli, l’Asklepieion, la necropoli di Porta Marina, i quartieri occidentale e meridionale, le terme ellenistiche. Gli utenti possono fruire le storie che tramandano i resti di una città millenaria. Attraverso eventi, mostre e visite guidate i Parchi Archeologici propongono la condivisione dell’esperienza che fu di Elea prima, e di Velia dopo, sempre ricercando soluzioni inedite per rendere il sito di Elea-Velia un centro culturale di livello internazionale, supporto allo sviluppo del territorio.

I Parchi archeologici di Paestum e Velia sono un istituto del Ministero della Cultura dotato di autonomia speciale, iscritto dal 1998 nella lista del patrimonio mondiale UNESCO.

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